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“Sono stanco di vedere la mia bella Italia presa a calci nel sedere da politici, burocrati, concussi, corrotti, ladri, furbi e incompetenti, che in ogni ordine e tempo si sono succeduti nell’arco costituzionale, dal piccolo Comune fino ad arrivare al Parlamento passando per Province, Regioni ed Enti vari. Ho inteso dare voce alla mia rabbia!
Si badi bene, per fortuna nostra la gente onesta e preparata c’è e c’è sempre stata, ed è quella che silenziosamente manda avanti la nostra società con coscienza e tenacia.
Troppo pessimista? Basta seguire con attenzione un qualsiasi telegiornale: sanità, lavoro, sicurezza del cittadino, debito pubblico, giustizia, immigrazione, retribuzioni, famiglia, anziani, povertà, corruzione, mafie, droga, disaffezione al voto, tributi…” Con queste parole Danilo Minolfi si rivolge al lettore, mostrando i motivi che hanno dato il via alla sua penna. La domanda, poi, sgorga spontanea: “Abbiamo posto rimedio (attenzione, non risolto), non dico ad alcuni, ma almeno a uno di questi temi?” Ed è in un contesto simile che, in un’Italia del 2050, si inserisce il protagonista Mattia Spaetti. Strappato controvoglia dalla sua normalità, Spaetti aderisce, da semplice comparsa, a un nuovo movimento politico (RISORGIMENTO) e si troverà, costretto dagli eventi, a diventarne attore e motore della sua ascesa, nel tentativo, in mezzo a imprevisti e colpi di scena, di porre rimedio a una Nazione allo sbando che pian piano sta scivolando verso il fondo.