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In “Dalla foresta all’aspro ciliegio” una bambina seguendo gli insegnamenti della nonna, o meglio della Omi, riuscirà con caparbietà a donare inattesa gioia a un affaticato animale; il racconto si auspica di dimostrare come questo importante gesto presupponga la necessaria presenza di due condizioni, una profonda e innata coscienza del rispetto per il Creato e l’opportunità di crescere con chi conosce il totale riguardo per la Natura. Il dono ricevuto fu quasi un miracolo che si è potuto realizzare in Valcanale, una bella porzione di mondo fatta di montagne, foreste e prati in parte divisi da tre confini. Un miracolo che si potrà ripetere ovunque vi sia qualcuna o qualcuno abile nel gridare: “Ma lasciali vivere in pace che il mondo degli uomini è già abbastanza impuro con loro”. La verità è che per garantirci la sopravvivenza va completamente rigenerata la purezza dell’uomo verso la Natura, vanno imitati i comportamenti della Omi Rosaly e del suo mondo. E se tale verità verrà ancora tenuta nascosta per troppo tempo cesserà per sempre di essere tale. Se vi piacerà vivere l’incanto di quella Valle da molti ammirata e qui raccontata, se vi accompagnerà il compiacimento nell’incontrare personaggi quali Sfregola la cerva senza paura figlia di Garkan il re della foresta di confine, Tris il picchio tridattilo postino solo per gli amici, Eilgrim l’uomo che ha portato l’aspro ciliegio dalla città di Bamberga, o molti altri ancora, ebbene se avrete gradito quella magica cerchia allora cercate l’abile forza di chi sa urlare per difendere la purezza e cercatela lungo sentieri nient’affatto formali. Esiste, in qualche luogo è pronta a liberarsi e non è unica. In bocca al lupo. Viva il lupo.