La visione generale dell’autore si fonda sull’importanza della filosofia nel mondo contemporaneo a un ruolo secondario. Le sue convinzioni psicologiche di origine empirica (teoria dei caratteri dominanti) gli sono utili per affrontare alcune ipotesi onologiche legate all’evoluzione (teoria dell’oltreuomo) per arrivare, attraverso lo studio dell’etica, a spregiudicate implicazioni teologiche (teoria dell’autoproduzione di Dio). Affronte inoltre l’aspetto sociologico, che propone una nuova interpretazione delle più recenti contrapposizioni di classe (teoria della classe v.i.p.).

Nel presente testo, usando spesso la modalità narrativa per giustificare prima il passaggio dal diletto all’impegno e poi la maturazione del suo pensiero, Ferruccio Sangiacomo sfiora tutti i temi indicati, insistendo soprattutto sui concetti di bene e di male, che indaga prendendo come punto di partenza l’elenco dei vizi capitali della tradizione cristiana.